I nostri consigli - Non-fiction

Mosca, 14 aprile 1930. Intorno alle undici del mattino i telefoni si mettono a suonare tutti insieme, come indemoniati, diffondendo "l'oceanica notizia" del suicidio di Vladimir Majakovskij: uno sparo al cuore, che immediatamente trasporta il poeta nella costellazione delle giovani leggende. Per alcuni quella fine appare come un segno: è morta l'utopia rivoluzionaria. Ma c'è anche il coro dei filistei: si è ucciso perché aveva la sifilide; perché era oppresso dalle tasse; perché in questo modo i suoi libri andranno a ruba. E ci sono l'imbarazzo e l'irritazione della nomenklatura di fronte a quella "stupida, pusillanime morte", inconciliabile con la gioia di Stato. Ma cosa succede davvero quella mattina?
Serena Vitale, Il defunto odiava i pettegolezzi, Adelphi 2015


 La sfiducia nei confronti delle valute nazionali, il crescere di monete alternative e virtuali, le preoccupazioni ambientali per la produzione del denaro, il trionfo delle nuove tecnologie digitali, l'ondata di prove contro il contante, accusato di penalizzare i poveri più di chiunque altro. Tutto fa pensare che l'epoca del denaro fisico stia volgendo al termine. L'autore va alla ricerca delle persone, delle tecnologie, dei luoghi che per primi hanno aperto la strada all'idea di un mondo senza soldi.
David Wolman, The end of money, Laterza 2015




L'ermafrodito, simbolo di dannazione e di perfetta completezza di esistenza allo stesso tempo, è un fantasma culturale che attraversa tutto il mondo. La sua figura si trova, fra cronaca (spesso tragica) e fantasia (quasi sempre gloriosa, mitica) a tutte le latitudini. Le cronache e i miti narrati in queste pagine ripercorrono una figura del rimosso tra Oriente e Occidente, narrando un tema fascinoso e controverso e spesso considerato, ancora oggi, tabù.
Luca Scarlini, Ermafroditi, Carocci 2015





Intorno alla metà degli anni Trenta, il piccolo Henry Gustave Molaison comincia a soffrire di ripetute crisi convulsive, sviluppando un'epilessia farmaco-resistente. Quando il neurochirurgo William B. Scoville decide di sottoporlo, ormai ventisettenne, a un'operazione al cervello, il prezzo da pagare per la remissione delle crisi sarà, per Henry, il manifestarsi di una severa amnesia anterograda: l'incapacità, cioè, di ricordare le sequenze della sua vita successive all'operazione - al punto da salutare ogni giorno persone note come se le incontrasse per la prima volta. Da quel momento, Henry diventerà semplicemente H. M., l'acronimo più pervasivo e perturbante di tutta la letteratura neuroscientifica degli ultimi decenni.
Suzanne Corkin, Prigioniero del presente, Adelphi 2015

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