I nostri consigli

Anna è umile e introversa, il suo cuore vive di pulsioni forti, ma le convenzioni sociali la tengono prigioniera. Anna abita nella terra delle Cinque Città, la parte dello Staffordshire dedita all'industria, dove i fumi delle fabbriche anneriscono le case, si producono meravigliose ceramiche inglesi e i principi religiosi wesleyani sono alla base del vivere comune. In questo luogo d'austerità e fervore, bigottismo e pettegolezzi, Anna dovrà affrontare il temuto legame col padre, uomo avaro e retrivo, la presenza ingombrante di un pretendente ipocrita e ricco, e l'impossibilità di un amore puro. Arnold Bennett dà vita in "Anna delle Cinque Città" a un campionario delle piccole cose, semplici e silenziose, per raccontare la società inglese che si affaccia nel Novecento, verso le due guerre mondiali, con i piedi ben piantati nella rivoluzione industriale, ma pronta a essere sconvolta dall'emancipazione femminile.
Arnold Bennett, Anna delle cinque città, Elliot 2016

Dopo il dolore per l'improvvisa morte del padre e per il crudele abbandono della madre, anaffettiva ed egoista, Laura e Clare, due sorelle di quindici e nove anni, si trovano costrette a lottare per la sopravvivenza. Laura - «che aveva deciso di studiare medicina come suo padre...» -trova lavoro in una fabbrica di proprietà di Felix Shaw, un uomo molto più vecchio di lei che si offre di sposarla, se lei vorrà, in modo da prendersi cura anche di Clare. Ma «il generoso» Felix, dopo il matrimonio, rivela presto la sua vera identità di alcolizzato violento, misogino e malvagio. E, a poco a poco, le due sorelle diventano complici delle sue ossessioni, della sua crudeltà, del suo bisogno di controllo. Laura, passiva e rassegnata alla sua condizione di vittima, crede che non ci sia una via di fuga e decide di accettare supinamente il suo destino, al punto da giustificare sempre il marito nelle discussioni con la sorella. Ma Clare, non permetterà che le si tarpino le ali e combatterà per la sua libertà.
Elizabeth Harrower, Gli sguardi addosso, Baldini&Castoldi 2017

Omid sta per tornare a Tehran dopo lunghi anni passati in Europa e un matrimonio fallito. La notizia del suo rientro porta turbamento nella vita della madre e di Bita, l'amica d'infanzia. Le due donne si rivedono per la prima volta dopo tanto tempo e si confrontano sul terreno di antiche incomprensioni e menzogne. Tra i ricordi riemergono le ferite lasciate dalla guerra, l'amarezza per gli errori compiuti e il rimpianto per le occasioni perdute. Bita recupera faticosamente i contatti col passato e rielabora vecchi rancori, riconoscendo in se stessa le difficoltà di tutta la sua generazione, che la Storia ha lasciato orfana di certezze e punti di riferimento.
Layla Qasemi, I giorni che non ho vissuto, Francesco Brioschi Editore 2017


C'è un ragazzo infetto dei suoi sogni, che finisce tra le grinfie di una strega, come nella migliore tradizione dei fratelli Grimm. E quale strana creatura fatta di stracci si trascina sul pavimento di una casa disabitata, anelando alla libertà? E poi: innominabili, abominevoli culti sotterranei, che cospirano per disfare il tessuto della realtà; notti buie, notti di Halloween illuminate solo dal ghigno mefistofelico delle zucche intagliate da mani rinsecchite; corpi che tornano dalla tomba, corpi umiliati e violati, corpi alieni che gravitano nelle profondità violacee dell'universo. Orrori senza volto, libri proibiti, ossa parlanti: la danza macabra che anima le pagine di questo diario notturno - forse l'opera più perturbante del maestro contemporaneo del terrore -non conosce pace. Consumato manipolatore di ombre, Thomas Ligotti proietta i suoi incubi sullo sfondo macilento di un'America che non conosce più il tepore rassicurante del sogno; un'America fosca e deserta, punteggiata di città fantasma e edifici cadenti, bui seminterrati, voli di scale che sembrano non portare a nulla, labirinti di cemento e mattoni e cavi elettrici dove si consuma la dannazione dell'uomo moderno: l'ignaro colpevole di un'oscura violazione che ha per sempre sancito la sua condanna a un'esistenza insensata, come insensati sembrano essere - seguendo la rivoluzionaria intuizione di H.P. Lovecraft - i meccanismi che governano l'universo. 
Thomas Ligotti, Nottuario, Il Saggiatore 2017

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